Scopri le meraviglie del Monte Cusna, il gigante dell’Appennino Tosco-Emiliano, e le sue escursioni mozzafiato.
Il Monte Cusna, spesso soprannominato il “Gigante dell’Appennino Tosco-Emiliano”, è una destinazione imperdibile per gli appassionati di trekking e natura. Con le sue vette maestose e i sentieri avventurosi, offre un’esperienza unica per chi desidera immergersi nella bellezza selvaggia dell’Italia settentrionale.
Percorsi e itinerari: alla scoperta del Gigante
Il Monte Cusna è una destinazione che promette avventure e panorami mozzafiato. Situato nel cuore del Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, questo monte offre una serie di percorsi che ti porteranno attraverso paesaggi affascinanti e storie leggendarie.
- Dal Passo Lama Lite al Rifugio Battisti: Iniziando dal Passo Lama Lite (m 1781), in breve tempo si raggiunge il Rifugio Battisti (m 1761). Seguendo il sentiero nr 615, si risale verso nord il crinale marnoso che separa le valli dell’Ozola e del Dolo. Poco prima del Passone (m 1839), si guada a sinistra il ruscello e si prende il sentiero nr 607. Questo percorso ti porterà all’ampio dosso erboso della Piella, da dove potrai godere di una vista spettacolare sulla Val d’Asta.
- Dalla Cima del Monte La Piella alla Vetta del Monte Cusna: Dopo aver raggiunto la cima del Monte La Piella (m 2078), ti troverai circondato da rocce stratificate che ti accompagneranno attraverso vari saliscendi fino alla stazione di arrivo della seggiovia Febbio 2000. Aggirando a sinistra il torrione Sasso del Morto (m 2079), si percorre il panoramico crinale fino all’imponente fianco est del Cusna. Un sentiero su roccette, un po’ esposto e dove è necessario prestare attenzione, ti condurrà alla croce “del Gigante” (m 2120). Da lì, la vista è semplicemente fantastica!
- Ritorno al Rifugio Battisti: Dopo aver ammirato il panorama dalla cima, si scende seguendo il sentiero nr 625. Ad un bivio, si stacca a sinistra il sentiero nr 627, che ti porterà rapidamente a incrociare il sentiero nr 623. Questo percorso, chiamato “Costa delle Veline”, è parallelo al crinale percorso all’andata. Superando una sorgente e un vecchio rifugio di pastori, si arriva al sentiero nr 615 che interseca la strada sterrata fino al vicino Rifugio Battisti.
Suggerimento: Per goderti al meglio l’escursione, si suggerisce di pernottare al Rifugio Battisti o ai vicini Rifugio Bargetana o Rifugio Segheria. Questo ti permetterà di affrontare la lunga escursione il giorno successivo con tutta l’energia e l’entusiasmo necessari!
Inoltre, ci sono vari altri itinerari che salgono al valico Lama Lite, come quelli che partono da Ligonchio, Civago, Passo delle Radici e Passo di Pradarena. Ogni percorso offre una prospettiva unica e affascinante del Monte Cusna, rendendo ogni escursione un’esperienza indimenticabile.
Storia e leggende: i segreti del Monte Cusna
Il Monte Cusna, oltre ad essere una meta ambita per gli escursionisti, è avvolto in un velo di mistero e leggenda che risveglia la curiosità di chiunque ne senta parlare. Queste storie, tramandate di generazione in generazione, aggiungono un fascino unico a questa montagna, rendendola un luogo magico e affascinante.
Una delle leggende più affascinanti riguarda l’esistenza di un gigante che viveva nelle pianure della Toscana. Si narra che ogni primavera, questo gigante partisse dalle pianure toscane e salisse sull’ampio altipiano erboso al confine con l’Emilia, seguito dal suo gregge scampanellante. Questo gigante era noto per la sua bontà e forza, e i pastori locali erano felici di avere un compagno così generoso. Aiutava i pastori a costruire ripari per gli animali durante i temporali e si guadagnò l’affetto di tutti.
Tuttavia, un anno, mentre saliva al pascolo, il gigante iniziò a sentirsi stanco e affannato. Capì che la sua lunga e pacifica vita stava giungendo al termine. Nonostante la sua stanchezza, riuscì a raggiungere l’altipiano e lì si stese, sapendo che non si sarebbe più alzato.
In preda alla tristezza, promise ai suoi amici pastori che avrebbe lasciato il suo grande corpo a difesa della Val d’Asta, proteggendo le pecore dalle tempeste che venivano dal mare. Si dice che le lacrime versate dal gigante in quel momento triste formarono l’acqua del torrente Secchiello, che nasce proprio dal suo occhio. Ancora oggi, la sagoma del gigante, conosciuto come “L’Uomo Morto”, giace sull’altipiano, proteggendo la valle come aveva promesso.
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